Pane e biscotti escono dal carcere minorile
ILARIA SOLAINI
Il pane è vita. E lo ancora di più se il riscatto dei ragazzi del carcere minorile Beccaria passa dalla produzione di michette e panettoni. Il laboratorio di panificazione e pasticceria, attivo già da tre anni all’interno dell’istituto penale minorile, si aprirà, infatti, nelle prossime settimane al mondo esterno, offrendo i propri prodotti in una nuova bottega in piazza Bettini 5, dove potranno lavorare alcuni giovani del Beccaria. «Per me sono ragazzi e basta» che portano addosso i segni di «una cattiveria non scelta, ma agita per necessità come un vero e proprio dispositivo di difesa – racconta don Claudio Burgio, cappellano del carcere minorile Beccaria e fondatore della comunità Kayros –. Sono ragazzi che urlano in modo violento il dolore che non riescono più a contenere, cercano adulti interessati a raccogliere il loro grido d’aiuto, adulti capaci di governare il caos evolutivo che li stordisce». E se don Claudio non fa mai sconti alla società «dal dito puntato», e al contrario invita tutti a «sentire l’urgenza e la gioia nel consegnare ai giovani il mestiere di vivere», altrettanto vero è che per costruire speranza e ricostruire se stessi, serve, prima di tutto, mettersi in gioco e ripartire da qualcosa di concreto, in primis il lavoro.
Da qui l’efficacia di un progetto, “Buoni dentro”, basato sulla necessità di offrire una prospettiva di vita nella legalità, voluto dalla direttrice del carcere Olimpia Monda e da Claudio Nizzetto della fondazione Eris. Partito tre anni fa, grazie al supporto di Enaip (l’ente di forma- zione professionale delle Acli) e dell’associazione panificatori di Milano, il laboratorio interno al carcere è ormai una realtà consolidata: ogni giorno si sfornano biscotti, focacce, pane e dolci da forno destinati al consumo interno del carcere minorile e alla vendita al pubblico, soprattutto in prossimità delle festività, quando gli aspiranti panettieri si cimentano con panettoni natalizi e colombe pasquali, sempre sotto la supervisione di un mastro panificatore. All’esterno è la Cascina Nibai, realtà consortile di cooperative con finalità sociali, a Cernusco sul Naviglio a curare e promuoverne la vendita.
In questi tre anni “Buoni dentro” ha confermato di essere un esempio riuscito di come il lavoro artigianale possa ancora essere un riferimento positivo di sviluppo imprenditoriale, determinante da un lato per la qualità del risultato finale del prodotto e dall’altro per le relazioni con il territorio che è stato capace di creare e alimentare. La nuova bottega, in apertura nelle prossime settimane in piazza Bettini 5, si inserisce in questa logica, guardando ancora più lontano: “Portiamo il pane dove ci sono persone – chiarisce Nizzetto della fondazione Eris -. Solo se la comunità offre concrete possibilità di integrazione e opportunità per sviluppare le capacità personali si potranno avere occasioni di recupero dei detenuti”.
Nel nuovo negozio saranno impiegati due ragazzi, mentre il laboratorio interno al Beccaria ne forma già altri due, per un periodo di circa sei mesi. La quantità non è tutto, però: “Va considerata la qualità del lavoro svolto – aggiunte Nizzetto -. È un’esperienza attraverso cui i ragazzi possono riscoprire la passione per un mestiere e vivere nuove relazioni”, strumenti utili per il futuro. “Abbiamo deciso di puntare a una vera esperienza lavorativa anche perché – ha concluso Nizzetto – , con un percorso formativo tradizionale, spesso non si riesce a riaccendere l’interesse dei giovani. Ricevere le consegne da un superiore, gestire gli ordini dei clienti e la cassa, magari per chi è in carcere per aver commesso dei furti, è invece un’esperienza di vita vera”.