Lo sport salva la vita, storie di riscatto a Vimodrone

Quando tutto sembra più grande di te, tu devi diventare più grande di tutto.

Questo il messaggio fortemente emerso durante l’incontro che si è tenuto ieri sera all’associazione Kayrós di Vimodrone, dove cinque dei nostri ragazzi, Momo, Miguel, Rami, Mamoud, Azem, sono stati premiati da Stefano Surdo e Paolo Belingheri, responsabili ed insegnanti del Judo Club Ken Otani di Melegnano, per aver brillantemente superato il primo anno del Percorso Maddaloni, aver conquistato la cintura gialla ed in particolare per Momo, essere arrivato a podio nella posizione più importante: l’oro.

Momo, Miguel, Mamoud, Azem e don Claudio Burgio

 

Stefano Surdo e Paolo Belingheri

Questi ragazzi sono sicuramente motivo d’orgoglio per Kayrós, si sono prefissati un obiettivo è l’hanno centrato pienamente come si dice: l’importante non è pensare alle difficoltà ma concentrarsi su ciò che ti fa bene e sul presente e cosi è stato.

Tutto è nato lo scorso anno dall’incontro organizzato da don Matteo Baraldi, amico comune nonché cintura nera e quasi allenatore di Judo, tra Stefano Surdo e don Claudio Burgio durante il quale è stato presentato il Percorso Maddaloni, un progetto nato nel lontano 2000, nella difficile realtà di Scampia dove Gianni Maddaloni attraverso lo sport prova ad abbattere le barriere del degrado e della delinquenza con ottimi risultati.

Don Matteo Baraldi e Stefano Surdo

Il Maestro ha conosciuto e conosce storie di lotta contro destini senza speranza, quando anche raggiungere la normalità sembra un sogno, storie belle che riempiono il cuore come il riscatto di figli di boss che diventano pianisti e o rapinatori che diventano restauratori.
A Scampia Maddaloni gestisce una palestra di judo che offre corsi gratuiti a tutti i ragazzi disagiati, spesso con padri in galera e madri senza lavoro, nella convinzione che, se un bambino impara i valori dello sport oggi, ci sarà un killer o uno spacciatore in meno domani.
Nella sua variegata comunità si allenano extracomunitari e non vedenti, scugnizzi a rischio e detenuti in affido, ragazzi autistici e campioni olimpici.
E’ innegabile che Il suo modello funzioni tanto che comincia ad essere studiato e replicato in Francia, nelle periferie di Città del Messico e a Bogotà.
Per tutti il maestro c’è sempre, come un padre putativo che vuole assicurare ad ognuno un futuro.
Un parallelismo veramente centrato tra don Claudio Burgio e Gianni Maddaloni, due uomini diversi, due realtà di vita opposte ma molto simili, la stessa mission: aiutare i ragazzi in difficoltà per sentirli un giorno dire: “mi dicevano tutti che non potevo, vedessero dove sono ora!”
E’ in partenza il Percorso Maddaloni 2017-2018, dove i nostri cinque “eroi” saranno presenti e ai quali, speriamo, se ne affiancheranno molti altri.

Noi miriamo alla cintura nera nella vita.

Redazione Kayrós

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