Danza o muori … il sogno di Ahmad Joudeh

…e come i semi che sognano sotto la neve, il vostro cuore sogna la primavera.
Fidatevi dei vostri sogni, perché in essi è nascosto il passaggio verso l’eternità.
(Kahlil Gibran)

Quando il tuo sogno è la tua vita, quando sei determinato a seguirlo e fai di tutto per raggiungerlo, nonostante le difficoltà che la vita ti pone sulla strada, proprio in questo preciso istante nascono le storie di vita più belle.
Ahmad Joudeh un 27enne sirio-palestinese, cresciuto nel campo profughi di Yarmouk a Damasco ha un unico sogno: essere un danzatore; una sfida non facile per lui nato in quella terra dove, si sa, la vita non è proprio semplice per nessuno, non c’è libertà, c’è la guerra e c’è l’Isis; non poche difficoltà da affrontare per un ragazzo giovane, per chi, come Ahmad, vuole realizzare se stesso.

Ahmad Joudeh tra le rovine del campo di Yarmuk a Damasco. Photo credits: commons.wikimedia.org

 

Dio ti rispetta quando lavori ma ti ama quando danzi.

Ahmad inizia a danzare di nascosto, in Siria ad un uomo non è permesso danzare, dice: “Studiavo sul tetto di casa; mio padre mi scoprì e per farmi smettere mi riempì di bastonate per lo più sulle gambe, continuai comunque e più convinto di prima perché nessuno poteva fermare il mio sogno. Mi allenavo all’Enana Dance Theatre, mi sono diplomato all’Higher Institute for Dramatic Arts a Damasco e dall’età di 17 anni insegnavo danza ai bambini orfani di guerra, volevo dare un senso alla loro vita, volevo salvarli”.

Nel 2011 la casa di Ahmad venne bombardata, alcuni membri della sua famiglia non ce la fecero e lui trovò ricovero a casa di una famiglia di amici.
Ahmad è un ragazzo determinato, molto determinato, non si ferma, continua ad allenarsi sotto il frastuono delle bombe e non solo, scopre di essere ricercato dall’Isis che accorgendosi di quanto la sua passione lo rendesse libero dentro lo minaccia di morte.

Ahmad Joudeh con il tatuaggio Dance or Die. Photo credits: commons.wikimedia.org.

 

Essere liberi dentro per il Califfato è inaccettabile ma è molto più grande la forza di questo ragazzo che reagisce alle minacce tatuandosi la frase “Dance or die” sul collo, dietro la nuca, nel punto esatto dove i boia dell’Isis infilano la lama dei loro coltelli per tagliare le teste; “ecco” ha pensato “cosi sapranno che per me l’unica strada nella vita è la danza”.

 

Ahmad Joudeh mentre balla nel teatro di Palmyra. Photo credits: commons.wikimedia.org

La sua reazione non si ferma qui, fa di più, danza nel teatro di Palmyra, proprio lì dove l’Isis ha ucciso centinaia di persone lui festeggia la vita a modo suo e questo è sicuramente una sconfitta per chi vuole solo la guerra.
A salvare la vita di Ahmad sono stati probalbilmente YouTube ed Instagram, su queste piattaforme per mesi pubblica i video delle sue esibizioni che, diventando virali, hanno attirato attenzione nel mondo.
Nel 2016 il ragazzo viene contattato da un regista olandese e successivamente dal direttore del Dutch National Ballet di Amsterdam che lo aiutano ad uscire dalla Siria con un passaporto da rifugiato politico.
Finalmente Ahmad può vivere la sua vita in modo sereno, può vivere liberamente la sua passione.
E come tutte le storie a lieto fine Ahmad ha coronato il suo sogno ballando un passo a due in “Danza con me” su Rai 1 con Roberto Bolle il suo idolo di sempre, una coreografia meravigliosa di Massimiliano Volpini sulla musica di Inshallah il brano scritto da uno dei signori più importanti della musica Sting, un brano importante che pone una forte luce sul problema dei migranti che lasciano la loro terra per cercare un futuro migliore, degno di essere vissuto.
Ahmad Joudeh è solo un ragazzo, ha solo 27 anni ma ha già conosciuto la sofferenza quella vera, di una vita tra proiettili e bombe, ha conosciuto la paura, quella di essere ricercato dal Califfato; ma questo ragazzo sirio-palestinese ha sfidato il suo destino ed ha vinto con una sola ed importantissima motivazione: vivere il suo sogno.

Imparare a camminare ti rende libero.
Imparare a danzare ti dà la libertà più grande di tutte:
esprimere con tutto il tuo essere la persona che sei.
(Melissa Hayden)

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